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Per ridurre il consumo energetico, l’efficienza energetica è la prima energia integrativa da prendere in considerazione come mezzo rapido, efficace ed efficiente in termini di costi. Di più. L’efficienza energetica è da considerarsi la “vera” fonte rinnovabile: da questa dipende la possibilità di realizzare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto e di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.

E’ quanto emerso nel corso della Terza giornata sull’efficienza energetica, organizzata a Milano il 20 maggio da Fondazione Megalia, in collaborazione con l’Associazione Italiana Economisti dell’Energia.

Come ha ricordato Adolfo E. Labi, Presidente della Fondazione Megalia, in apertura del convegno, “dobbiamo ridurre i consumi energetici utilizzando tutti i mezzi tecnologici che l’industria ci mette a disposizione per recuperare il 20% di efficienza energetica entro il 2020, come richiesto dall’Ue”.

Il Congresso, giunto al suo terzo appuntamento dopo le edizioni del 2006 e 2007, ha focalizzato il ruolo delle imprese nel migliorare l’efficienza del sistema energetico italiano.

Tavolo dei relatoriIn particolare nella prima sessione dell’incontro, coordinata da Giacomo Elias (Coordinatore Comitato Scientifico di Fondazione Megalia), Carlo Andrea Bollino, Presidente del GSE, ha esaltato proprio il ruolo dell’efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili.

Giorgio Palazzi, Direttore del dipartimento Energia dell’Enea, ha presentato i dati del Piano nazionale per l’efficienza energetica al 2016.

Compiendo un’analisi per settore e per tipo di tecnologia, Alessandro Clerici, Vice Presidente della Commissione Energia di Confindustria, ha dichiarato che “le opportunità di fare efficienza energetica sono molteplici, ma gli investimenti sono polverizzati, mentre tutti dovrebbero attivarsi. L’efficienza energetica è infatti da vedere come un’opportunità”.

Durante l’incontro Giorgio De Panno, A.D. di Cesi ha ripercorso le tappe dei consumi finali in Italia dal 1990 al 2005  e l’andamento dell’intensità energetica.

Secondo Dario di Santo, Direttore della FIRE, manca nelle imprese la pratica di portare avanti una vera attività di ”energy management” sull’intero ciclo produttivo.

Nell’introdurre la seconda sessione del convegno, dedicata alle esperienze delle imprese, Edgardo Curcio, Presidente AIEE e Fondazione Energia, ha ricordato che l’ottimizzazione del sistema energetico non può che portare ad una maggiore efficienza.

Sono poi intervenuti i rappresentanti di aziende che stanno portando avanti iniziative concrete per il miglioramento dell’efficienza energetica.

Alessandra Boffa, di ABB, ha illustrato i vantaggi, che deriverebbero dall’utilizzo di motori elettrici ad alta efficienza, di categoria Eff1, e dall’installazione di inverter, in un contesto come quello del nostro paese dove il costo dell’energia elettrica è fra i più alti in Europa.

Gianluca Fossati, di Edison, ha messo in evidenza come l’incidenza del costo dell’energia sui costi totali della produzione industriale vari moltissimo da settore a settore.

Alessandro Bertoglio, di Assocarta, ha presentato le potenzialità di risparmio del settore cartario, che produce annualmente 10 milioni di tonnellate di carta, con 25.000 addetti, con un consumo di 2,5 miliardi di metri cubi di gas e di 8,5 GWh di elettricità, 50% della quale autoprodotta.

Giovanni Lispi, di Sorgenia, ha illustrato le attività del gruppo Sorgenia in una serie di proposte, rivolte ai propri clienti, per incentivare il risparmio di energia, l’utilizzo di tecnologie ad alta efficienza energetica e di fonti rinnovabili, come il fotovoltaico.

Giordano Torri, di Ansaldo Sistemi Industriali, ha presentato la possibilità di aumentare la quantità di energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili e immessa in rete grazie a tecnologie in media tensione piuttosto che in bassa tensione.

Silvio Rudy Stella, di Italcogen, ha sviluppato il tema della diffusione della micro-cogenerazione, dove si possono raggiungere rendimento fino all’85%. Il potenziale di queste tecnologie in Italia è valutato pari a 3.500 MWe, il che consentirebbe una emissione evitata di 7 milioni di tonnellate di CO2.

Infine Renato Di Stefano, di ST Microelectronics, ha chiuso gli interventi illustrando  risultati ottenuti dalla sua società, in tema di risparmio di energia elettrica, e di acqua, a seguito della decisione, presa nel 1995, di una riduzione del 5% all’anno di tali fonti. L’insieme dei risultati ottenuti ha consentito nel 2006 una riduzione dei costi stimabile in 130 milioni di $.



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