Introduzione

an imageSi rinnova l'appuntamento di Fondazione Megalia con le tematiche energetiche declinate nel mondo industriale. Lo scorso 23 aprile 2015 si è tenuta a Milano la “7a Giornata sull'efficienza energetica nelle industrie” organizzata dalla Fondazione in collaborazione con Assolombarda con la presenza di oltre 250 partecipanti.
Il convegno, che ha avuto luogo presso l'Auditorium Gio Ponti dell'associazione lombarda degli industriali, in centro città, ha analizzato le ultime novità in tema di efficienza sia dal punto di vista normativo sia attraverso le esperienze dirette delle aziende.

an imageL'apertura dei lavori è stata affidata al saluto dei padroni di casa. Il Consigliere incaricato di Assolombarda Rosario Bifulco ha sottolineato la primaria rilevanza che questo tema sta assumendo nelle politiche energetiche dei singoli paesi europei, in particolare dell'Italia, notoriamente povera di risorse energetiche naturali. Al fine di sviluppare una vera e propria industry dedicata, che coinvolga anche realtà all'estero, Assolombarda ha dato vita al progetto “Green economy network”, in grado di stimolare nuove alleanze tra le imprese del settore. All'interno della rete, ha spiegato Bifulco, proprio la filiera dedicata all'efficienza energetica è tra le più attive. Certamente, ha concluso, permangono per le imprese difficoltà di ordine culturale, finanziario e normativo.
Di qui il ruolo dei convegni che Megalia organizza su queste tematiche dal 2006 con l'obiettivo proprio di informare e spronare le imprese a fare sempre di più; incontri che hanno visto un crescendo di attenzione da parte delle mondo industriale. Adolfo Eric Labi, Presidente della Fondazione, ha spiegato infatti come l'edizione di quest'anno, con i suoi 400 iscritti circa, abbia superato ogni precedente incontro, dimostrando l'estrema attualità di questi argomenti. Le aziende comprendono che non solo l'efficienza energetica è il mezzo più rapido ed efficace per ridurre il consumo energetico, ma è anche ciò che Labi definisce una vera “miniera d'oro” per il sistema paese e il mezzo con cui tornare ad essere competitivi. L'efficienza energetica deve, in tal senso, essere adottata come perno delle politiche di ripresa economica.

an imageDopo queste doverose premesse, con la sessione istituzionale moderata da Nino Di Franco (Enea), si è poi entrati nel vivo del convegno. Samuele Furfari della Commissione Europea ha delineato la posizione che l'Unione ha nei confronti del complicato tema dell'efficienza energetica. Ha spiegato, in particolare, il dossier “Unione dell’energia” che l'Europa ha pubblicato il 25 febbraio 2015 e che identifica i punti in cui si districa il progetto per l'integrazione della politica energetica con le altre politiche comunitarie, al fine di rafforzare l'economia e la competitività dei paesi europei. I cardini sono: assicurare gli approvvigionamenti energetici, costruire un nuovo mercato interno dell'energia, sviluppare l'efficienza energetica, preparare la conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici globali, e sostenere la ricerca e sviluppo del settore energetico. Il tutto avviando un sistema di governance dell'Unione dell'energia che sia affidabile, trasparente e integrato.

La parola è poi passata allo stesso Nino Di Franco, dirigente di Enea, con cui si è passati dalla visione europea a quella nazionale con l'analisi dei contenuti del D.lgs 102 del 4 luglio 2014, decreto di recepimento della Direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, e del corrispondente Allegato 2. In particolare Di Franco è entrato nel merito della definizione degli obblighi alla diagnosi energetica o audit energetico previsti per le grandi imprese - e per gli energivori - entro il 5 dicembre 2015, con conseguente rinnovo ogni quattro anni; obbligo da cui sono esentate le imprese che abbiano adottato sistemi di gestione conformi a Emas, ISO 50001 o EN ISO 14001. L'audit, inoltre, deve essere conforme alle specifiche minimali dell'Allegato 2. Il decreto 102 prevede anche che a partire dal 16 luglio 2016 le diagnosi energetiche possano essere svolte esclusivamente da soggetti certificati quali Esco (Energy Saving Company), Ege (esperto in gestione dell'energia) o Auditor energetico. Quest'ultimo è una nuova figura professionale introdotta dal nuovo decreto che si dovrà occupare di implementare le diagnosi energetiche presso le Pmi.

Ad entrare nel merito delle diagnosi energetiche è stato invece Antonio Panvini, del CTI, che ha indicato nelle norme tecniche un valido strumento per garantire la conformità all'Allegato 2 del D.lgs 102/2014, in particolare le EN 16247:2014. Per quanto siano antecedenti il decreto stesso - la parte generale risale infatti al 2012 - tali norme contengono le disposizione per effettuare la diagnosi energetica nei diversi comparti: residenziale, terziario, trasporti e naturalmente industriale; a quest'ultimo, nello specifico, è dedicata la parte terza uscita nel 2014. Mentre è attesa per maggio 2015 la parte quinta della norma tecnica, dedicata alla definizione delle competenze dell'Auditor energetico.
Le altre figure professionali interessate alle diagnosi energetiche sono trattate, invece, in altre due norme: la UNI CEI 11352:2014 nella quale sono definiti i requisiti delle società che forniscono servizi energetici, le Esco; e la UNI CEI 11339 per l'Ege - esperto in gestione dell'energia - ora specifico anche per il settore industriale.

Massimo Di Domenico (Assolombarda) ha moderato la successiva sessione industriale aperta dall'intervento di Andrea Cacace di ABB che ha esaminato la diagnosi energetica nell'ambito dell'efficientamento dei processi produttivi. Fondamentale, ha spiegato Cacace, è l'analisi accurata di ogni singola linea produttiva e di ogni impianto, per potere capire dove intervenire. A tal fine è utile ricorrere a sistemi di monitoraggio sui punti di misura più significativi e alla compilazione di EnPI - Energy Performance Indicator - indici che consentono di individuare gli sprechi e le dispersioni energetiche intervenendo ad hoc.

Davide Manganotti di Bartucci ha parlato, invece, del modello EPC - Energy Performance Contract - o contratto di rendimento energetico e del ruolo che le Esco devono ricoprire nel rapporto con i propri clienti. Un ruolo che le pone come tramite tra il cliente e il fornitore, e che le rende compartecipi attive tanto dei rischi quanto dei risultati che il cliente riesce a raggiungere attraverso interventi volti alla riduzione dei consumi energetici. Le Esco, grazie al contratto EPC, forniscono infatti servizi per il miglioramento dell'efficienza energetica a fronte di un corrispettivo che è correlato all'entità dei risparmi energetici ottenuti dal cliente.

Con l'intervento seguente si è passati ad affrontare l'annosa questione legata all'immagazzinamento dell'energia. Nello specifico Giordano Torri di Nidec-Asi ha parlato dei sistemi di accumulo dell'energia (EES) e delle soluzioni proposte dall'azienda, come le nuove batterie che permettono uno stoccaggio elettrochimico e che possono essere abbinate a inverter e convertitori dedicati.

Nel pomeriggio la terza ed ultima sessione, moderata da Francesco Profumo (Iren), è stata dedicata, infine, ai progetti. Diversi gli interventi che si sono susseguiti. Filippo Massariello di ABB ha descritto quali debbano essere le strategie poste in atto dalle aziende che tengano conto dell'aspetto finanziario necessario agli interventi di efficienza energetica, prendendo in considerazione diversi fattori, dalla tipologia dell'intervento alla dimensione dell'azienda, dal suo quadro finanziario al tempo di payback. In particolare ha sottolineato come gli interventi possano essere di vario tipo; anche i più piccoli, spesso poco considerati dalle imprese, possono avere in realtà una notevole incidenza sul miglioramento della competitività aziendale.

Un esempio pratico è stato portato da Oscar Gambini della Ferriera Valdiser, che ha raccontato l'esperienza di Ferriera Valsider, in cui si sono appoggiati a un'Esco che ha aiutato l'azienda siderurgica ad implementare un sistema di misura per capire dove intervenire, supportandola anche nella scelta degli apparati tecnologici e nell'intero iter per la richiesta dei Titoli di efficienza energetica (Tee o certificati bianchi).

Altro esempio, questa volta con il punto di vista di una Energy Saving Company (ESCO), è stato presentato da Davide Manganotti, di Bartucci. In particolare ha raccontato del progetto per il miglioramento dell'efficienza energetica di un cementificio di Monselice in cui la Esco ha applicato il proprio modello di contratto EPC. Un intervento esemplare, diventato addirittura una best practice europea.

Ha preso quindi la parola Stefano Petrucci di INNOWATIO ci ha parlato di come dall’analisi energetica si passi all’audit energetico e quindi allo studio di fattibilità ed ingegneria per la riduzione dei consumi con l’illustrazione di alcuni casi pratici realizzati.

È seguito l’intervento di Ettore Piantoni di COMAT che ha affermato che il decreto 102 è un’opportunità per rendere sostenibile l’efficienza energetica e che la gestione del rischio nei progetti di efficienza energetica favorisce la loro sostenibilità.

La parola è poi passata a Paola Rusconi di Mediocredito Italiano del Gruppo Intesa Sanpaolo ci ha descritto come si possano finanziare gli investimenti in efficienza energetica supportando lo sviluppo delle smart cities promuovendo l’innovazione.

Successivamente Mario Tallarico della Banca Popolare di Milano ci ha illustrato le varie iniziative della sua banca per il finanziamento delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico.

Ha concluso la lunga giornata congressuale Alessandro Ficarazzo di Certiquality che ci ha parlato dei sistemi di gestione dell’energia ISO 50001 come strumento per l’efficienza energetica concludendo con alcuni esempi pratici di riduzione dei consumi energetici.

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